Regina Elisabetta II
Ci sono alcune cose che, per gli inglesi, non vanno messe assolutamente in discussione e una di queste è sicuramente la monarchia. Gli inglesi amano da sempre i loro sovrani e le manifestazioni di affetto dei sudditi degli ultimi giorni ne sono una prova: a oltre una settimana dalla morte della regina Elisabetta, i britannici hanno trascorso ore e ore in coda, in attesa di accedere alla camera ardente e portare, così, l’ultimo saluto alla sovrana che ha regnato la bellezza di 70 anni, dalla Seconda guerra mondiale al post-Brexit.
Regina Elisabetta: 70 anni senza scandali
Secondo l’istituto britannico YouGov, i prossimi mesi saranno decisivi per determinare se la fedeltà dell’opinione pubblica alla monarchia derivi dall’attaccamento alla persona di Elisabetta II o da una soddisfazione reale.
La verità è che il concetto di monarchia è saldamente ancorato nella stragrande maggioranza delle menti britanniche: i sondaggi più recenti mostrano che 6 inglesi su 10 (il 62% per essere precisi) pensa che la Gran Bretagna dovrebbe continuare a essere una monarchia anche in futuro, rispetto a solo il 22% che è a favore di un capo di Stato eletto dal popolo.
Negli ultimi 10 anni, tuttavia, il favore accordato alla corona sembra essersi ridotto: nel 2012 a ritenere che la monarchia fosse una formula di governo ideale per il Regno Unito era il 75% della popolazione. Sta di fatto che il sostegno popolare non è mai sceso sotto il 60%, anche quando la monarchia ha dovuto affrontare momenti critici. Come nel 1992, l’Annus horribilis, segnato da una quota esagerata di scandali, divorzi nella famiglia reale e dall’incendio al castello di Windsor. O nel 1997, l’anno della morte della principessa Diana. La monarchia ha sempre tenuto duro, coniugando rispetto per la tradizione e comunicazione moderna.
In 70 anni di regno, gli scandali non hanno mai riguardato la regina in prima persona.
Gli inglesi, insomma, non considerano la monarchia un soggetto politico, ma un indicatore chiave della loro identità. Identità alla quale non sono, per ora, disposti a rinunciare.
Regina Elisabetta: il fascino sugli inglesi
La regina Elisabetta II non aveva potere politico: come spiegare, quindi, il fascino che suscitava tra gli inglesi? Le ragioni, secondo gli storici sono semplici: la regina era diventata uno dei volti del Paese, era un’icona planetaria, una persona molto riconosciuta e riconoscibile, ma anche una donna anziana, che suscitava rispetto e ammirazione come persona, più che come monarca.
Pur non avendo potere politico, aveva una capacità unificante tra le diverse nazioni del Regno Unito: è quanto emerge dalle reazioni politiche seguite alla sua morte.
I discorsi dei due primi ministri inglese e scozzese, Liz Truss e Nicola Sturgeon, tradiscono quasi il tentativo di rivendicare la regina.
Sturgeon, ad esempio, ha insistito sul fatto che Elisabetta sia morta nella tenuta scozzese di Balmoral, che adorava la Scozia e che era scozzese nel cuore. Il piano del royal train è stato il simbolo di questa unificazione: l’obiettivo era alimentare il senso di unità del Regno Unito, attraverso il passaggio del corpo della regina su tutto il territorio.
Regina Elisabetta: scenari possibili
Dalla Brexit all’inflazione, il Regno Unito attraversa da diversi anni una vera e propria crisi politica.
Con la morte di una figura unificante come la regina, il timore è che la rottura si allarghi.
Se partecipare al lutto collettivo è stato semplice, alla fine delle celebrazioni si teme che il divario all’interno del Paese si allarghi.
Sul piatto, c’è la questione dell’indipendenza scozzese, ostacolata principalmente da questioni economiche, che minaccia di minare l’identità britannica.
Insomma, più che alla monarchia l’attaccamento degli inglesi è alla regina e l’affetto per il nuovo re Carlo sarà tutto da provare.
Regina Elisabetta: la pressione dei media
C’è, poi, un’intera costruzione che sostiene la riverenza per i monarchi, da parte del popolo.
Di questa costruzione fanno parte sia la politica (il Primo Ministro è una staffetta della monarchia) sia la chiesa, poiché il re e la regina britannici sono i capi della chiesa anglicana. E allo stesso tempo, questa costruzione si basa su un’immagine che tocca gli animi: è difficile non avere rispetto per questa donna anziana, fragile, che ha dedicato la sua vita alla monarchia.
Speriamo che Charles sia in grado di ripercorrere le orme lasciate da Elisabetta II.