Khrystyna Gryshko
nasce a Pidluzhzhya, un piccolo villaggio ucraino per poi trasferirsi, all’età di 13 anni, in Italia, insieme alla mamma.
La passione per la scrittura, in Khrystyna inizia a farsi strada fin da quando aveva appena nove anni, le sue prime opere sono state poesie e fiabe; queste ultime, all’epoca, furono pubblicate persino da un settimanale per i bambini, il “Kazkovej Vechir”.
A 16 anni, benché si trovasse in Italia da poco tempo, Khrystyna riuscì a scrivere in lingua italiana un romanzo per bambini e adolescenti, dal titolo “EREA”, tuttora in vendita presso le librerie.
La sua voglia di scrivere è irrefrenabile, tanto da portarla a pubblicare, a soli 17 anni, il suo secondo manoscritto, il “Bucaneve calpestato”, una lettura piuttosto impegnativa che racconta dettagliatamente la guerra in Cecenia.
Khrystyna dopo il diploma di maturità in ragioneria, prosegue gli studi all’Università Bocconi di Milano presso la quale si laurea in Economia e Management.
Durante gli studi universitari, nonostante il poco tempo a disposizione, riesce a ritagliare del tempo da dedicare alla scrittura, giungendo a scrivere un romanzo di carattere psicologico “Benvenuti a Neverland”.
Consapevole del fatto che le poesie hanno ormai un sapore troppo antico e che secondo le recenti stime in Italia i lettori di poesia sono sempre meno, Khrystyna non vuole abbandonare questo tipo di scrittura, di cui è sempre stata innamorata e decide di buttarsi a capo fitto in un progetto relativo proprio a una raccolta poetica, nel 2018 nasce “Io mi bacio da sola”.
La recente guerra in Ucraina è un evento che tocca Khrystyna nel profondo, in quella nazione ci sono le sue radici, e non può fare a meno di dedicare un’opera anche ai caduti in “Guerra”; attraverso le sue parole si possono conoscere e apprendere fatti strazianti che, purtroppo, ancora oggi affliggono il suo popolo.
L’ultima opera scritta da Khrystyna Gryshko si intitola “Arte”, un romanzo all’interno del quale viene raccontato un mondo diverso da quello che siamo abituati ad osservare, abitato da Dei dormienti, che aspettano solamente di essere risvegliati.
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