La custode del cimiStero
Tra le figure “strane” di Favignana ne ho conosciuta una che mi ha fatto riflettere tanto.
È mio costume, ogni anno, di recarmi al cimitero per visitare la tomba dei miei suoceri.
Era il lontano 1994, mentre mi incamminano per raggiungere la tomba, una donna con una tuta arancione e con una scopa in mano mi si avvicinò e sorridendo mi chiese chi stessi andando a trovare in quel cimitero perché sino ad allora non mi aveva mai visto, lei era di recente assunzione e per lei era un punto di merito conoscere i legami tra i defunti ed i visitatori.
Quando ebbi soddisfatto la sua curiosità mi disse sottovoce:
“Guardi che stanno tutti bene, tranne qualcuno. Io li vedo e mi raccontano come hanno trascorso la notte. Al mattino mi faccio il giro e raccolgo le loro confidenze insieme ai messaggi che vogliono trasmettere ai loro cari”.
Pensai che stesse dando i numeri o come dicono a Napoli che fosse uscita in fantasia, ma lei mi tirò per un braccio e mi portò davanti ad una tomba e mi disse che lì vi era sepolto un pescatore, lui passava la notte seduto a guardare il mare per vedere se passava la sua barca con suo figlio a bordo.
Era un poco arrabbiato perché suo figlio e la nuora non lo andavano a trovare da tanto tempo.
Poi mi portò davanti alla tomba di una signorina dicendomi che passava tutta la notte a prepararsi per il suo matrimonio che non era potuto avvenire perché il suo promesso sposo era morto in guerra.
Io le chiesi se questi contatti fossero continui e quale era il più fastidioso.
Mi rispose che i contatti erano continui e che il più fastidioso era quello con un tale che si era suicidato e che ogni notte ripeteva la stessa scena sparandosi un colpo in faccia con un fucile da caccia e dicendole come erano andate le cose.
Non la lasciava in pace era continuamente al suo seguito, voleva che lei togliesse i fiori che i parenti gli portavano. perché, a suo dire, non erano “sentiti”, perché in vita non lo avevano onorato e non lo avevano aiutato e adesso quei fiori non li voleva perché erano solo “apparenza” ed ipocrisia.
Pensai che queste argomentazioni non fossero del tutto irrazionali osservando il comportamento di tanti che in vita trascuravano i loro cari e poi quando muoiono portano loro i fiori al cimitero.
Quest’anno ho appreso che anche la custode è passata tra i morti e che adesso, ne sono sicuro, partecipa alle loro discussioni ed alle loro passeggiate, peccato che adesso non vi sia qualcuno in grado di raccontarle.