VIENI
Il dialogo di un siciliano riflessivo con il suo “IO” più profondo, un siciliano che sa quali sono i problemi che affliggono la sua Regione ma che alla fine sarcasticamente ed egoisticamente pensa a sé stesso corrompendo il proprio “IO” costringendolo ad ignorare tutto pur di pensare a sé stesso.
Vieni anche se da tempo siamo litigati
e poche volte ci siamo incontrati.
Vieni, anche se sei il mio caro “IO”,
che con la mente attenta osservo e spio.
Vieni, con te voglio finalmente parlare,
senza che nessuno ci possa ascoltare.
Ti parlerò della miseria vestita di nobiltà,
dell’uomo che vuole apparire ma che niente ha.
Della boria spocchiosa dei professionisti,
che, nella sostanza, sono degli uomini tristi.
Di tutti i politici tronfi e saccenti siciliani,
che fanno sempre i fatti loro a quattro mani.
Della coscienza civica del popolo siciliano,
omertoso, schivo e sempre pronto con la mano.
Vieni, è da tanto che veramente ti aspetto,
lo sai che per te io nutro un gran rispetto.
Vieni, nel buio della mia pura coscienza,
parlami con amore e riaccendi la speranza,
di vedere i nostri figli giovani sistemati
e non come adesso che sono solo sfruttati.
Vieni, e spazza il modello americano importato,
che lacrime e mani vuote ci ha lasciato.
Vieni, a demolire tutto questo becero teatrino,
dove solo lo spettatore è un emerito cretino!
Vieni, a dissipare l’offesa alla intelligenza,
ed a far parlare di nuovo la vecchia coscienza.
Vieni, mentre il fiume scorre tranquillo nella notte
e potremo finalmente dire insieme: “Chi se ne fotte!”