La festa di fine anno scolastico della scuola materna fu l’ultima volta in cui Eleanor e Marco si videro; da quel momento passarono davvero tanti anni e anche Giada e Robertino erano ormai diventati adulti.

♥ ♥ ♥ ♥ ♥

Quel pomeriggio, guardando Giada, Eleanor si rese conto di quanto sua figlia fosse cresciuta.

Aveva compiuto 24 anni, finito gli studi e trovato un lavoro che le piaceva molto, ma soprattutto era innamorata.

Dopo la morte improvvisa di Gianni, Eleanor si era spenta e aveva lasciato che la sua vita entrasse in standby per dedicarsi completamente a sua figlia: quella tragedia aveva colpito duramente le due donne che ora erano l’una il sostegno dell’altra.

Eleanor sapeva quanto Giada soffrisse per la perdita del padre, era il suo principe azzurro, il suo eroe, ma negli ultimi mesi, finalmente, la vedeva più tranquilla e più radiosa del solito.

Merito forse del nuovo ragazzo?

Eleanor non sapeva molto di questo misterioso ragazzo, gli altri fidanzatini glieli aveva sempre presentati, ma questa volta c’era andata con cautela tenendo la storia un po’ segreta.

Di lui sapeva solo che aveva un fratello minore, che i suoi genitori erano divorziati e che, a dire di sua figlia, era molto molto bello.

<<Mamma! Mi senti?>>

La squillante voce di Giada la ridestò dai suoi pensieri.

<<Vai a prepararti che dobbiamo uscire presto!>>

Eleanor si alzò lentamente dalla sedia e con andatura volutamente troppo lenta si avviò verso il bagno.

<<Mamma!>>

incalzò impaziente Giada

<<Un po’ più veloce!>>

La sollecitò spingendola letteralmente verso il bagno.

Eleanor entrò in bagno e chiuse la porta dietro di sé, ma prima di iniziare a prepararsi bisognava telefonare a Luciana, il punto fermo di tutta la sua vita.

<<Ciao Lucy>>

 disse Eleanor con voce un po’ mogia e appoggiò il telefono mettendolo in viva voce sul lavandino.

<<Che fai di bello?>>

<<Che faccio io!!???>>

 rispose Luciana alla telefonata dell’amica

<<Tu invece! Dovresti preparati per la serata!>>

<<Lo sto facendo, sono in bagno e…>>

strizzando l’occhio per mettersi il mascara

<<…mi sto truccando un po’>>

<<non ti sento molto allegra…>>

<<Non lo so, ero molto più entusiasta di questa serata giorni fa, ma ora passerei volentieri a domani.>>

<<Ma dai! Giada ti vuole presentare il suo fidanzatino, mi sa che è una cosa seria.>>

<<Si, sembra anche a me, però non ho voglia di uscire, sto così bene a casa mia; la mia poltrona, il plaid, un bel film, un tè …”.

Non ebbe il tempo di finire la frase che Luciana la interruppe.

<<NO!>>

asserì categoricamente.

<<è ora di uscire dal tuo mondo, ti sei nascosta per troppo tempo!>>

e dopo un attimo di pausa proseguì in tono più amichevole

<<Che cosa ti metti? Mica ti vesti di nero?>>

<<e perché no, sono una vedova!>>

<<No Ely, no. Sono passati più di cinque anni>>

<<Sì, sì lo so, non ricominciare, devo riprendere a vivere, a far qualcosa, a uscire. Mi ripeti sempre sta solfa. Questa sera non è mica una serata galante.>>

<<Infatti>>

ribatté prontamente Luciana

<<niente di nero e sexy.”

disse scherzosamente.

<<Sai, quasi quasi, dico che sto male.>>

e così dicendo si soffermò a guardare la sua immagine allo specchio: l’occhio che aspettava ancora di essere truccato rilevava tutta la tristezza e i sensi di colpa che l’attanagliavano.

<<Dai non dire stupidaggini, vai, ti presenti, ceni e torni a casa!>>

<<Ecco appunto!>>

si intromise il marito di Luciana

<<la cena, ho fame!>>

<<Uff!!!!!!!>>

sbuffò rumorosamente Luciana

<<Vedi che fortunata che sei, tu oggi trovi tutto pronto! Ma cambiando discorso, allora ti metti quella bella camicetta floreale che ti sta divinamente, finisci di truccarti e poi vai a conoscere i tuoi futuri consuoceri.>>

<<Il futuro consuocero>>

la corresse Eleanor

<<Mi sembra di aver capito che c’è solo lui, sarà una serata noiosissima.>>

<<Allora facciamo così…>>

propose l’amica

<<…io verso le 22 ti chiamo e ti salvo, fingo un’urgenza che solo una miglior amica può scongiurare, tanto ormai ti sarai presentata e avrai già mangiato qualcosa, e poi saltare il dolce fa solo che bene alla dieta!>>

risero assieme mentre in sottofondo Eleanor sentiva ancora i borbottii del marito di Luciana che reclamava la cena.

<<Tu sì che sei una vera amica. Ti prometto che ci vado, non farò capricci e non serve che mi telefoni.>>

<<Brava, così mi piaci, non è mica la fine del mondo!>>

Continuando con il trucco Eleanor confessò

<<Andiamo nel ristorante preferito di Gianni, era lì che mi portava ogni volta che tornava dai suoi viaggi.>>

<<Lo so, è triste e i ricordi sono tanti, ma non puoi evitare tutti i posti che frequentavate assieme.>>

e poi con voce seria aggiunse

<<non ti sentirai mica ancora in colpa?>>

<<Si>>

ammise Eleanor

<<non eravamo più marito e moglie da molto tempo, il nostro rapporto era fraterno e questo per causa mia.>>

<<Oh no, Ely. Non era per causa tua! I suoi continui viaggi, il suo lavoro e tante altre cose via hanno separato, ma vi volevate molto bene e vi rispettavate.>>

<<Si, ma so che lui mi amava e io, boh, mi ero persa.>>

<<Beh adesso basta, finisci di preparati e non pensarci, ci sentiamo più tardi se vuoi, anzi se sarò ancora sveglia, così mi racconti tutto.>>

Detto questo si salutarono, Eleanor fece un passo indietro per guardarsi meglio allo specchio e non poté non notare che anche per i suoi quarantanove anni non era affatto male: fisico snello, truccata e ben pettinata faceva ancora la sua bella figura.

<<Mamma, se non esci subito butto giù la porta!>>

urlò Giada spazientita.

Ma appena la madre aprì la porta del bagno il volto della ragazza era illuminato da un dolce sorriso.

<<Allora andiamo o il tuo amore si stancherà di aspettarci.>>

Disse Eleanor affrettandosi verso la porta di casa incitando scherzosamente la figlia a sbrigarsi.

Il ristorante non era lontano, dieci minuti a piedi, la serata era adatta per fare quattro passi, anche se l’andatura di Giada sembrava più la marcia dei bersaglieri.

<<Dai raccontami qualcosa di più di questo misterioso ragazzo!>>

chiese Eleanor rallentando la corsa della figlia.

Era stupendo il momento che la figlia stava vivendo e lei desiderava farglielo assaporare rallentandola almeno un pochino.

<<Dai mamma adesso lo vedrai. Sai cosa ho scoperto?>>

ma continuò senza darle il tempo di rispondere

<<Che abbiamo fatto l’asilo assieme.>

<<Allora sarà nell’album di fotografie.>>

<<No, abbiamo fatto insieme solo il primo anno, io me lo ricordo appena e poi il giorno della foto di gruppo io stavo male, comunque l’ho vista a casa sua due giorni fa.>>

<<Come a casa sua?>>

Eleanor s’indispettì

<<Da me non l’hai mai portato e tu sei andata da lui?? E sua mamma?>>

Giada alzò gli occhi al cielo.

<<Te l’ho già detto: i suoi sono divorziati e lui abita con il padre. Sua madre è ritornata al suo paese d’origine con l’altro figlio, non credo che stasera sarà presente.>>

Finalmente il ristorante.

Giada notò subito che la macchina di Roby era nel parcheggio, lui era già dentro al locale che l’attendeva.

Un profondo respiro.

Uno sguardo d’intesa tra le due donne e via.

L’agitazione di Giada aveva contagiato anche la madre che si sentiva un nodo allo stomaco come una ragazzina al suo primo appuntamento.

Vennero accolte da Maurizio, il cameriere, che con le sue solite moine elogiava le due donne  

<<Buonasera, ma come siete eleganti.>>

Le accompagnò al loro tavolo dove un ragazzo alto e veramente carino le attendeva in piedi; leggermente teso porse la mano a Eleanor che notò la rassicurante stretta.

Si presentò

<<Buonasera mi chiamo Roberto, ma tutti mi chiamano Roby.>>

 sembrava una frase studiata a memoria ed Eleanor sorrise nell’immaginarlo a casa, davanti allo specchio, a ripetersi quella decina di parole fino allo sfinimento.

<<Anche se io lo chiamo ancora Robertino!>>

Aggiunse una voce alle sue spalle.

Eleanor ebbe un sussulto … quella voce … non osava girarsi, non pensava più a lui da molti anni.

Guardando Giada e Roberto davanti a lei notò il loro sorriso compiaciuto e si rese conto che erano tutti d’accordo per farle questa sorpresa.

Marco, dietro di lei, posò la mano sulla sua spalla voltandola lentamente verso di sé.

<<Nemmeno mi saluti?>>

I loro sguardi si incrociarono e, a parte i capelli brizzolati, Marco sfoggiava il suo splendido sorriso.

Eleanor era veramente senza parole.

Maurizio invitò tutti ad accomodarsi.

Quell’attimo d’interruzione la fece riprendere dalla sorpresa e subito dopo aver ordinato da bere lanciò un’occhiataccia alla figlia rimproverandola.

<<Tu lo sapevi che io e Marco ci conoscevamo già?>>

<<Si mamma, ma è stata un’idea sua.>>

 disse Giada indicandolo

<<Ci ha detto che era da molto tempo che non vi vedevate e voleva farti una bella sorpresa.>>

Eleanor non aveva il coraggio di guardarlo, ma sentiva che lui la stava fissando, non sapeva che cosa pensare e lasciò che la conversazione proseguisse su toni banali: non era il momento di rivangare il passato davanti ai loro figli, che a guardarli parevano davvero molto innamorati.

Le tensioni piano piano si sciolsero, Eleanor ora era più tranquilla, si stava divertendo, cosa che non le succedeva da tempo.

Era seduta accanto a Marco e sentiva che quello era il suo posto sicuro.

Anche Marco questa volta ne era certo, non l’avrebbe lasciata andare, gli ritornava in mente la frase che lei gli diceva quand’era ragazzina.

<<Ti amerò sempre e prima o poi staremo assieme, siamo anime gemelle e al destino non puoi fuggire!>>

Mentre chiacchieravano raccontando ai figli aneddoti, ricordi e luoghi della loro gioventù anche a Eleanor le erano venute in mente quelle parole, quella frase, quei pensieri le passavano per la testa e ora le sembrava tutto più vero, più reale.

Roberto e Giada si sentivano esclusi dalle conversazioni dei rispettivi genitori già da un po’.

Doveva essere la loro serata, ma era successo qualcosa che sfuggiva al loro controllo.

I due “amici” di vecchia data erano come immersi in un’altra dimensione, in un mondo tutto loro fatto di sguardi e sorrisetti; non si poteva non notarlo e i due giovani non riuscivano a credere a ciò che stava accadendo: i loro genitori stavano flirtando.

I due ragazzi si rendevano conto perfettamente che la loro unione aveva inaspettatamente acceso qualcosa in Eleanor e Marco, anche se Giada, in fondo al suo cuore, avrebbe desiderato che quell’intesa speciale sua madre l’avesse avuta con il padre.

Ora si rendeva conto di averle fatto, quella sera, il più bel regalo che lei avesse mai ricevuto; era emozionata e commossa nel vedere finalmente tutto l’amore che Eleanor aveva rinchiuso dentro e che ora usciva finalmente libero e, mentre la guardava, la vedeva raggiante come non mai.

<<Credo>>

sussurrò Giada all’orecchio di Roby

<<che potremo aspettare ancora qualche giorno prima di dirglielo!>>

Lui si appoggiò alla spalla di lei e bisbigliò

<<Dirgli cosa? Che ci vogliamo sposare o che diventeranno nonni?>>

<<Come! Come! Come?>>

 Si fecero eco i due amici ritornando prepotentemente con i piedi per terra.

<<Vi volete sposare? Diventiamo nonni?>>

Giada e Roberto si ammutolirono di colpo abbassando lo sguardo, come se fossero ancora due bimbetti della scuola materna rimproverati dai genitori.

Eleanor fissò Marco negli occhi ed esplose in una risata gioiosa canzonandolo

<<Diventerai nonno!!>>

Lui, per contro, ribatté immediatamente.

<<Oh cara nonnina, comincia a fare la calzetta!>>

Scoppiarono a ridere fino alle lacrime.

Marco si alzò in piedi e ad alta voce comunicò a tutti i presenti al ristorante:

<<Divento nonno!>>

Scoppiò un applauso e un coro di congratulazioni, i due giovani avrebbero voluto sprofondare, tutta questa spudoratezza ma da dove la tiravano fuori i loro genitori?

Eleanor si alzò in piedi e andò ad abbracciare la figlia.

Quella serata stava cambiando tutto il suo mondo.

Il passato era passato e in quanto al futuro … già il futuro, era da tanto tempo che Eleanor non ci pensava.

Ora poteva riprendere a vivere, poteva respirare di nuovo a pieni polmoni.

Dall’abbraccio alla figlia passò ad abbracciare il suo futuro genero, ancora stravolto da tutto questo.

Poi si voltò verso Marco e con tutta naturalezza si abbandonò tra le sue braccia.

Sentiva il cuore batterle forte nel petto, ma non era certa che fosse il suo o quello di Marco.

Non importava, i loro cuori ora battevano all’unisono; inspirando profondamente si lasciò pervadere dalla consapevolezza che quello era il momento che aspettava da tutta una vita, quello era il primo giorno della sua nuova vita.

Luana Cechet

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